
I treni più puntuali in assoluto - incrocinews.it
Il quadro complessivo, dunque, evidenzia un sistema ferroviario in lenta ma costante evoluzione verso maggiore puntualità.
La puntualità dei treni in Italia continua a registrare segnali di miglioramento, come evidenziato dai dati più recenti raccolti nel corso del primo trimestre del 2025.
In particolare, il settore dell’Alta Velocità mostra progressi significativi, mentre i treni regionali confermano la loro affidabilità, risultando i più puntuali su scala nazionale. Tuttavia, permangono alcune criticità, soprattutto su tratte specifiche e a lunga percorrenza, che influenzano negativamente l’esperienza di viaggio di molti utenti.
La crescita della puntualità nelle diverse tipologie di treni
Secondo i dati ufficiali forniti da Ferrovie dello Stato (FS), la percentuale di treni in arrivo entro 10 minuti di ritardo nel segmento dell’Alta Velocità (comprendente Frecciarossa, Frecciargento e FrecciaBianca) è salita dall’67,4% di ottobre 2024 all’80,9% a febbraio 2025. Parallelamente, i treni Intercity hanno migliorato la loro puntualità, passando dal 79,7% al 89,3% di arrivi entro 15 minuti di ritardo nello stesso intervallo temporale.
I risultati più sorprendenti arrivano però dai treni regionali, che si confermano i più affidabili: la percentuale di convogli arrivati entro 5 minuti di ritardo è aumentata dal 86,3% al 91,3%. Questo miglioramento è in gran parte attribuibile agli interventi di manutenzione della rete ferroviaria, con oltre mille cantieri attivi distribuiti sull’intero territorio nazionale, volti a incrementare l’efficienza infrastrutturale nel medio-lungo termine.
Le tratte e i convogli con maggiori ritardi: i dati dell’analisi Altroconsumo
Nonostante il miglioramento generale, alcune tratte mostrano ancora livelli elevati di ritardo, soprattutto sulle linee a lunga percorrenza. Un’indagine trimestrale di Altroconsumo, relativa al periodo ottobre-dicembre 2024, ha evidenziato che:
- La tratta Bari – Roma (Frecciargento) registra ritardi nel 95% dei casi.
- La linea Salerno – Torino (Frecciarossa/Frecciargento) conta il 65% di corse in ritardo.
- La tratta Lecce – Milano (Frecciarossa) ha solo 5 arrivi puntuali su 90 corse, con un ritardo medio di circa 38 minuti.
Per quanto riguarda i singoli convogli, il Frecciarossa 9658 (Reggio Calabria – Milano) è risultato il più ritardatario, con un ritardo medio di 46 minuti e ritardi superiori all’ora in 21 giorni del trimestre, con picchi fino a 468 minuti. Seguono il Frecciargento 8348 (Bari – Roma) e il Frecciarossa 8824 (Lecce – Milano), entrambi con ritardi medi di circa 38 minuti e pochissime corse puntuali.

L’analisi conferma inoltre che i treni Italo risultano mediamente più puntuali rispetto ai Frecciarossa, con un tasso di ritardo del 26% contro il 36% dei Frecciarossa. Nella tratta Napoli – Roma, per esempio, Italo registra ritardi nel 19% dei casi, mentre le Frecce nel 25%, sottolineando un vantaggio competitivo sulla puntualità.
Differenze territoriali e cause dei ritardi
Le performance del sistema ferroviario mostrano una distribuzione geografica non uniforme. Le regioni del Nord-Est si distinguono per i migliori risultati: il Friuli-Venezia Giulia raggiunge il 95,4% di treni puntuali, seguito dalla Provincia Autonoma di Bolzano (94,8%), Veneto e Trentino-Alto Adige (93,5%).
Segue a breve distanza il Centro-Sud con Abruzzo (93,8%), Marche (93,0%) e Toscana (92,8%). Tra le criticità regionali, spicca la Lombardia con Trenord, che registra una puntualità del 83% nei treni regionali, tra le più basse del Paese.
L’analisi settimanale indica che il 75% dei ritardi si concentra nei giorni feriali, con picchi nelle fasce orarie 10-13 e 19-22. Il venerdì è il giorno con maggiori disagi, con 2.401 treni in ritardo su 3.160, di cui 434 con ritardi superiori ai 30 minuti. La domenica risulta più tranquilla, ma si registrano comunque circa 1.800 ritardi giornalieri.
Le cause principali dei ritardi sono molteplici: il 34% è imputabile a problemi infrastrutturali, soprattutto a Sud, dove le linee sono spesso datate o congestionate.
Un altro 25% dipende dal materiale rotabile, mentre la gestione dei flussi, manutenzioni e riprogrammazioni su linee non dedicate contribuiscono in modo significativo al fenomeno. La presenza di ritardi a catena e le difficoltà negli scambi nodali sono ulteriori fattori che impediscono una piena regolarità del servizio.