Cosa succede al cibo avanzato sulle navi da crociera? La verità che pochi conoscono

Navi da crociera, ecco cosa succede al cibo avanzato: nessuno lo conosce ma vale la pena saperlo, tutti i dettagli

Ogni giorno, sulle grandi navi da crociera che solcano i mari di tutto il mondo, si consumano migliaia di pasti preparati con cura per soddisfare le esigenze dei passeggeri. Ma cosa accade realmente al cibo avanzato a bordo? La gestione degli sprechi alimentari rappresenta una sfida importante per l’industria crocieristica, spesso poco conosciuta dal grande pubblico.

Le compagnie di navigazione adottano procedure rigorose per la conservazione e lo smaltimento del cibo non consumato durante le traversate. A differenza di quanto si possa immaginare, gli avanzi non vengono semplicemente gettati in mare o sprecati senza controllo. Le normative internazionali impongono limiti severi sullo scarico in mare e promuovono pratiche sostenibili volte a ridurre l’impatto ambientale.

In particolare, molte navi sono dotate di sistemi avanzati per il trattamento dei rifiuti organici: gli scarti alimentari vengono raccolti separatamente e sottoposti a processi come la macinazione o la trasformazione in compost all’interno della nave stessa oppure trasferiti nei porti dove esistono strutture dedicate al riciclo.

Iniziative innovative contro lo spreco alimentare

Negli ultimi anni diverse compagnie hanno implementato strategie mirate alla riduzione degli sprechi fin dalla fase della pianificazione dei pasti. Grazie all’utilizzo di software predittivi basati sull’intelligenza artificiale è possibile stimare con maggiore precisione il fabbisogno giornaliero evitando così surplus inutili.

Cosa succede al cibo avanzato sulle navi da crociera?- incrocinews.it

Un’altra soluzione adottata riguarda la donazione delle eccedenze commestibili quando le condizioni sanitarie lo permettono: alcune realtà collaborano con enti benefici locali nei porti d’approdo per consegnare cibi ancora idonei al consumo umano ma non più utilizzabili a bordo.

Queste iniziative testimoniano un crescente impegno verso una gestione responsabile delle risorse alimentari nel settore crocieristico che mira sia alla tutela dell’ambiente sia alla sensibilizzazione dei passeggeri su temi legati alla sostenibilità.

La regolamentazione marittima gioca un ruolo cruciale nel definire come deve essere trattato il rifiuto organico prodotto dalle imbarcazioni. Convenzioni come MARPOL (Convenzione internazionale sulla prevenzione dell’inquinamento causato da navi) stabiliscono precise direttive riguardo allo smaltimento degli scarti solidi e liquidi derivanti dall’attività gastronomica a bordo delle navi commerciali inclusa quella da crociera.

Secondo tali norme è vietato scaricare direttamente in mare rifiuti biodegradabili entro determinate distanze dalla costa; inoltre sono previste sanzioni severe in caso di violazioni che possono compromettere seriamente l’immagine aziendale oltre ad arrecare danno agli ecosistemi marini fragili già sotto pressione dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento antropico diffuso.

L’adozione sempre più diffusa nelle flotte moderne di tecnologie eco-compatibili dimostra come l’industria stia cercando soluzioni concrete ed efficaci per minimizzare gli effetti negativi legati ai residui alimentari prodotti quotidianamente durante ogni viaggio oceanico.

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Antonella Boccasile